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Tempo d’Avvento

Tempo d’Avvento

Tempo d’Avvento

Le feste dell’anno si svolgono nel flusso del tempo. Noi possiamo aiutare i nostri bambini avviandoli in questo flusso del tempo che ha a che fare con il movimento e con il gesto. È proprio attraverso il gesto, il fare che il bambino si educa, cogliendo l’interiorità dell’adulto che il bambino vuole imitare.

Il bambino è movimento e l’adulto può “celebrare” le feste de l’anno che si ripetono con un ritmo uguale, cambiando qualche piccola cosa nella loro preparazione, in modo da rinnovare, ricreare a nuovo ogni volta.

L’evoluzione umana è un cammino, è una via al rinnovamento ed il Natale è la festa della “trasformazione”. L’uomo può ricevere nuovi impulsi spirituali se, celebrando le feste, si mette in contatto col cosmo; sole, luna e stelle stanno intorno al presepe perché nasce a mezzanotte il Bimbo-Sole. Questa festa è connessa con le nostre forze solari che sono il centro del nostro cuore ed il Natale è la festa che, come uomini, ci riunisce nel cuore, nell’amore attraverso la luce ed il calore dei nostri pensieri. Celebrare una festa con i nostri bambini significa mettere le basi per il futuro, perché la festa è un elemento sociale; solo · là il bambino vede i suoi genitori ed i maestri uniti nel preparare e nel festeggiare e percepisce che non c’è una separazione fra casa e scuola.

Le famiglie si riuniscono e si ritrovano attorno a questa Nascita e nel presepe troviamo pietre, animali, piante, uomini ma anche angeli ed altri esseri spirituali ed elementi cosmici; avviene una fecondazione reciproca come tra terra e cielo.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di lavorare con le forze solari del ritmo che in noi hanno la base fisica nel cuore e nel sistema della respirazione abbiamo bisogno di lavorare con l’arte, di ritmi di vita sani, di socialità, perché tutto concorre a portare l’uomo, nel vivere quotidiano, ad isolarsi e ad ammalarsi (non solo fisicamente).

Anche la festa ha un aspetto ritmico, la preparazione, allo svolgimento e il riordino sono tre fasi di cui la festa vera e propria è quella che occupa meno tempo. Per la festa ci devono essere tre cose, un cibo per il fisico (dolcetti, pane…), le decorazioni per l’anima, dei versi ed una fiamma (di cera vera) per lo spirito. Ma il Natale porta in sé anche tre gesti dell’anima particolari: ascoltare – cullare – donare.

Nel periodo dell’Avvento c’è un “ascoltare” in silenzio “ascoltare prima di vedere”; questa è la grandezza della terra assecondata dal cosmo e si sente nella quiete del cuore che qualcosa sta per avvenire.

Il secondo gesto è il “cullare”; con questa Nascita ed in ogni nascita, tutti cullano il bambino. Questo è un gesto archetipico che è salutare per il bambino che vive e cerca il ritmo.

Il terzo è il “donare”; donare col cuore cose che hanno senso e che noi abbiamo creato, cose semplici e più preziose. Perché donare? Perché ci è stato fatto il grande dono nel giorno di Natale di tanto tempo fa; con la nascita del Cristo l’uomo ha gradatamente conquistato la libertà di un pensiero autonomo e cosciente, cosa di cui prima non disponeva.

Nel periodo dell’Avvento c’è una tradizione del calendario con 24 porticine che giornalmente si aprono con i bambini; ogni giorno c’è un’immagine che porta passo passo alla completezza della nascita del bambino. Cosa significa questo calendario per noi? In questo periodo la separazione fra cielo e terra, tra uomini terreni ed esseri spirituali non è così netta; le porte delle stelle sono socchiuse e l’uomo le può aprire – se vuole – se si mette nella giusta disposizione. Noi ci rivolgiamo verso l’alto, ma anche da lassù, dal buio invernale, ogni giorno si apre a noi una luce e gli spiriti buoni ci guardano oltre l’oscurità e ci dicono:

“Non disperare, non sei solo!”

A Natale il cielo stellato si riflette nella terra come nelle acque calme di un lago e se l’anima dell’uomo, nella quiete interiore, diviene una culla, come fa la madre terra per ricevere il Bambino, allora anche nel nostro cuore avviene una nuova nascita.

Dopo l’Avvento abbiamo un periodo speciale di dodici notti; tra il Natale del Bambino e l’Epifania, dove i nostri pensieri e le nostre domande vengono sentile ed accolte e, se sappiamo “ascoltare”, forse … ci arrivano anche le risposte.

Rosa Maria Peternelli

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