Il piano di studi della scuola
Una delle domande che ci si può porre è: qual è la particolarità dell’offerta formativa della scuola Waldorf?
Possiamo provare a trovare una risposta dopo averne, per grandi linee, tracciato il piano di studi.
I ritmi | L’epoca | L’italiano | La geografia | La storia | La matematica | Le scienze | Le lingue straniere |
Il disegno di forme | L’educazione artistica | Arte dell’educazione | I lavori manuali | Le pareti colorate delle aule e di tutto l’ambiente | L’angolo delle stagioni | La scuola steineriana protegge troppo i futuri individui?
I ritmi
Al mattino come prima attività abbiamo “i ritmi”. I bambini, che nelle prime classi si ritrovano riuniti in cerchio nella classica forma del giro-tondo poi nelle classi successive stanno in piedi ai loro posti o comunque come l’insegnante troverà più opportuno, fanno un’apertura della giornata scolastica che racchiude poesie legate al piano di studi, poesie stagionali, scioglilingua, indovinelli, calcoli mentali, proposte di espressione di pensieri, attività motorie di coordinamento, di destrezza e di geografia del corpo, canti in diverse lingue e una poesia che li accompagna sempre uguale per tutte le mattine dell’anno scolastico.
Quest’apertura di giornata ha chiaramente durata e livelli di contenuti diversi a seconda delle varie classi e delle necessità degli allievi.
L’epoca
Ritenendo la nostra pedagogia che non sia salutare per l’apprendimento dell’allievo, in particolare per quello delle prime classi, una scansione della giornata in cui le materie si alternano tra di loro, le prime ore per alcune settimane vengono dedicate all’approfondimento di una sola materia alla volta.
Avremo quindi circa quattro settimane dedicate alla matematica, alla lingua italiana o al disegno di forme. L’epoca principale del mattino viene, nel percorso scolastico seguita da seconde epoche in cui, a seconda delle classi, o si lavora sull’approfondimento di lavori già elaborati in precedenti lezioni o si trattano altre materie come geografia, storia, scienze.
L’italiano
Ogni insegnante nella prima classe elementare si crea la propria fiaba, che darà l’avvio all’insegnamento della lingua madre nella classe. Seguendo il ritmo essenziale dell’insegnamento sui tre giorni, l’insegnante un giorno racconta, il secondo ripete e fa eseguire un disegno e il terzo fa comparire sul magico foglio bianco, in stampato maiuscolo la letterina. Giorno dopo giorno il bambino scopre le letterine guidate da un processo di immagini che le fisserà nella sua memoria.
Fin dai primi giorni, su strisce colorate tracciate liberamente sul foglio, il bambino andrà copiando dalla lavagna varie parole che lo aiuteranno a ritrovare le lettere che già conosce e a contrassegnarle ad esempio con una stella e a imparare quelle che ancora non ha appreso.
La lettura è successiva nel processo temporale dell’apprendimento e viene introdotta sempre partendo dallo stampato maiuscolo.
Il mondo della grammatica viene presentato partendo dal verbo, dal mondo del fare che è più consono al momento evolutivo del bambino. Anche in questo caso il discorso sarà introdotto da un racconto per esempio di un re molto pignolo che vuole farsi costruire un nuovo castello che risponda alle sue esigenze (presente), che rispecchi le esperienze dei suoi predecessori (passato) e che offra le comodità delle più agguerrite metodologie e scoperte (futuro); chiaramente è un re che comanda (imperativo); via, via sempre con nuove immagini vengono introdotti: l’aggettivo, il nome e le altre parti grammaticali.
Nei testi di didattica steineriana possiamo riscontrare l’estrema importanza formativa che ha la grammatica per il futuro individuo; chiaramente andiamo a parlare della bellezza di un periodo ben costruito, di una produzione scritta armonica e accompagnata da una corretta ortografia e da una bella grafia e non di un esercitare pedantemente la materia.
Una buona cura viene dedicata alla produzione scritta; alle esercitazioni descrittive, si tende a dare al ragazzo le prime basi di una modalità espressiva diversificata: per esempio in terza classe vengono presentate le prime lettere commerciali.
L’acquisizione poi di linguaggi adeguati alle varie discipline avviene in fasi successive, in particolare nelle classi VI, VII e VIII. In questo triennio, inoltre, accanto alla produzione orale scritta su tematiche del vissuto personale, si introducono letture che corrono in parallelo con la storia studiata e propongono piccole esperienze di autori e di testi legati alle varie epoche.
La geografia
Ogni epoca nelle prime classi viene sempre introdotta da una racconto, anche per la geografia è così. La storia di dove finisce il mondo: porta il giovane allievo ad un giro del mondo dove, partendo dalla sua casa, con un percorso che ogni insegnante sceglie egli potrà avere la prima percezione di cos’è il mondo e avrà la coscienza che in realtà non finisce ma che è un insieme di cui lui è una parte.
Tipologie dei vari territori, uomini e animali che li abitano con le loro abitudini di vita costituiscono la trama di questo primo approccio alla geografia. Conoscere il territorio urbano in cui si trova la propria abitazione, il comprensorio scolastico, la propria regione, le regioni d’Italia, l’Europa e via, via gli altri continenti sarà il percorso dei vari anni scolastici.
L’approccio con ogni programma di geografia parte sempre con un disegno del territorio per conservarne una chiara immagine e collocazione geografica, a questo seguono la costituzione fisica, le conoscenze sulle attività che in quel territorio praticano i suoi abitanti e poi la costituzione politica dello stesso.
Suscita molto entusiasmo, che crea una ulteriore base per un proficuo apprendimento, il poter scoprire come la costituzione fisica di un territorio ha consentito in certe zone specifiche attività e come l’uomo, ha lottato e vinto dei deficit ambientali.
È importante che i ragazzi imparino quanto dobbiamo al lavoro di altri uomini e di altri stati per le comodità della nostra vita quotidiana e di come vi possano essere condizioni di vita totalmente diverse dalla propria in altri continenti. Un apprendimento chiaro della collocazione geografica di un territorio è inoltre la base indispensabile per il lavoro di storia delle classi VI, VII e VIII e successive.
La storia
Sarebbe più corretto titolare questo capitolo come “LE STORIE E LA STORIA”, il programma di storia infatti parte dal racconto di fiabe, racconti di animali e di uomini di grande levatura morale (San Francesco, San Rocco), l’Antico Testamento, l’Edda della mitologia nordica e altre liberamente scelte dall’insegnante.
La storia dell’antica India, dell’antica Persia, dell’Egitto e la storia greca completano il cammino delle classi elementari.
Partendo dall’antica Roma inizia il percorso delle successive classi dove il lavoro sulla storia troverà una interelazione con quello artistico e quello letterario.
La matematica
Il bambino, in prima elementare aspetta trepidante, la maestra gli ha detto che sta per iniziare l’epoca di aritmetica, come sarà?
La maestra inizia a raccontare: è un bel racconto parla di stelle, di principi, di principesse, i numeri appaiono come dono cosmico e mistero da approfondire e svelare. Nani furbi, industriosi, consiglieri e brontoloni lo guidano nel mondo delle operazioni.
I numeri e i calcoli vengono così vissuti attraverso l’elemento base dell’apprendimento: l’immagine.
Immagini aritmetiche, geometriche e poi la matematica generale, così dal numero uno ai vari teoremi la matematica si scolpisce con immagini nella sua memoria e il bambino impara a seguire i processi costruttivi che lo condurranno all’apprendimento.
Grande importanza fin dalle prime classi elementari viene data al calcolo mentale e ritmico, l’uso delle dieci dita delle mani e viene sollecitato nel giovane alunno, le tabelline vengono cantate, saltate e vissute con tutto il corpo.
Il disegno di forme dei primi anni sarà propedeutico all’apprendimento della geometria dalla prima retta, alle simmetrie, alle proiezioni.
Il disegno di quanto appreso e o il processo antecedente sempre le varie regole nei quaderni dei ragazzi.
Immagini, disegni e ritmi sono basilari nell’apprendimento della matematica; accompagnare, se c’è la possibilità, l’inizio di ogni ora di matematica con un piccolo lavoro di flauto può favorire la concentrazione dell’alunno.
Le scienze
Fin dalla scuola materna il bambino ha seguito la sua maestra in passeggiate nell’ampio parco osservando con stupore i voli delle prime farfalle primaverili, il laborioso mondo delle api che bottinano incessantemente, il guizzo velocissimo delle lucertole, le chiocciole che strisciano lente lente, ha potuto osservare il processo di fioritura, fruttificazione e di morte apparente degli alberi, ha scoperto con gioia la prima primula e il turbinio delle foglie autunnali e i disegni di ghiaccio della brina sfolgoranti di mille arcobaleni al primo raggio di sole.
Nella seconda classe molti saranno le storie di animali e piante che racconteranno di sé e della propria vita, negli anni successivi la zoologia viene sviluppata partendo da un’immagine racconto del primo raggio di sole che, penetrato nell’acqua ha portato l’alba della vita nel mondo animale, gli animali hanno poi conquistato la terra strisciando e camminando e si sono poi sollevati a conquistare il mondo dell’aria. È importante che il bambino conosca come gli animali interelazionano l’uno con l’altro e abbiano un vivo rapporto con l’uomo da diversi punti di vista e come al contempo l’essere umano si distacchi da questo mondo. Nelle classi successive questo avverrà in modo più scientifico facendo osservare come i vari organi e apparati si siano sviluppati e perfezionati sempre più fino a raggiungere il massimo della completezza delle loro funzioni nell’uomo. Lo studio dell’antropologia segue nelle classi VII e VIII.
Il programma di botanica prende il suo avvio nella prima classe quando la maestra fa vivere la magia della nascita del colore verde e facendo notare che nel momento in cui un raggio di sole (giallo) entra nel freddo blu viene a nascere il verde del mondo vegetale, ancora un raggio di amorevole calore che ha aiutato a creare il nostro pianeta.
Le piccole foglie di menta, di timo, di melissa, di rosmarino vengono raccolte nelle prime classi per farne gustosi panini, si raccolgono frutti, si fanno marmellate, si gustano tisane e si impara in modo esperienziale cosa non va raccolto né tanto meno usato. Erbari sempre più specializzati, semine nell’orto e nel giardino, osservazioni sulla crescita e catalogazione per tipi corredati da disegni e pitture, sono l’accesso al mondo specifico della botanica.
Le lingue straniere
Nei testi di didattica steineriana viene dato uno spazio consistente anche all’apprendimento delle lingue straniere. Nei primi anni della scuola dell’infanzia, troviamo l’invito a far vivere la musicalità di varie lingue con piccolissime filastrocche o canti. Nelle prime classi della scuola elementare vengono introdotti, oltre a canzoni e poesie, giochi e i primi elementi di conoscenza di sé e dell’ambiente, il tutto solo oralmente.
Dalla terza-quarta classe il lavoro diviene via via più specifico e completo.
Il disegno di forme
Il disegno di forme è un altro cardine essenziale della vita pedagogico didattica: per quattro anni del ciclo elementare a partire dalla prima classe, ad epoche, il suo piano di lavoro si svolge su ricerca e riproduzione delle forme geometriche elementari che ci circondano nelle strutture architettoniche e d’arredo e poi sulle simmetrie verticali, simmetrie orizzontali, simmetrie incrociate, processi di metamorfosi di forme ed elaborazioni di nodi celtici.
Anche nel disegno di forme è possibile riscontrare molteplici implicazioni utili per un percorso educativo-scolastico; ad esempio la scrittura stessa, lo sviluppo di capacità che troveranno il loro utilizzo nella geometria, nel disegno tecnico, nella pratica dell’uso del cad e inoltre da un forte impulso volitivo sociale, al giovane alunno.
Le forme che vengono vissute nella prima fase della proposta pedagogica con tutto il corpo, favoriscono inoltre l’aumento della capacità di concentrazione e osservazione, il rafforzamento delle lateralità, il consolidamento dei concetti spazio temporali e sviluppano la capacità di una visione tridimensionale.
L’educazione artistica
L’arte riveste una parte molto importante nel piano di studio della scuola Waldorf. Le ore ad essa dedicate hanno diverse valenze e finalità, oltre ovviamente l’acquisizione di una capacità artistica che da sempre nella storia culturale dell’umanità è necessaria all’uomo adulto per aiutarlo a dare un senso più “umano” al suo tempo e ritrovare, una modalità di sano ritmo nelle sue attività.
La drammatizzazione, il disegno, la musica, il modellaggio, la pittura e in particolare l’euritmia hanno però anche altri valori educativi e didattici.
Lo spessore che essi rivestono quale aiuto alla formazione sociale dei ragazzi è uno dei valori sottesi nella nostra metodologia pedagogica-didattica. Aver per anni imparato a sfumare colori e fondere forme in modo armonico sul foglio e nella creta, aver appreso ad ascoltare e rispettare gli spazi musicali e recitativi dei compagni, saper lavorare da soli e in gruppo è propedeutico alla nascita di un sano senso sociale, elemento fondamentale per poter avere, da adulto, la capacità di collaborare nel proprio “team” nel modo più proficuo possibile.
Questi sono alcuni motivi che hanno portato ad un’elaborazione artistica del piano di studi nell’intento di offrire agli allievi non solo un’educazione artistica ma anche un’arte dell’educazione.
Arte dell’educazione
Così infatti R. Steiner ha titolato i suoi elaborati pedagogico-didattici, perchè si intende conseguire e realizzare qualcosa di vivente che si modella sulle necessità epocali di ogni giovane allievo e anche di ogni individuo della singola classe. Questa si basa sulla visione dell’essere umano e delle sue varie fasi evolutive che possiamo trovare nei testi di R.Steiner, l’autore ci fa conoscere tre periodi evolutivi fondamentali.
Il primo va dallo zero al settimo anno in cui il bambino percorre un sentiero di imitazione del mondo adulto e in cui la figura del genitore e del maestro e le strutture ambientali che lo circondano sono modello assoluto per la prima impronta formativa su cui andrà ad edificare tutta la sua struttura di vita futura.
R. Steiner definisce questo periodo evolutivo nel modo seguente: il mondo per i bambini in questo periodo è “buono“ nel senso letterale del termine, il bambino “lo mangia” così come gli viene proposto e con esso crea le sue strutture, più o meno solide sia fisiche che psichiche.
Adesso il bambino ama fare, costruisce qui la sua volontà per la vita futura, il bambini piccoli vogliono naturalmente sperimentare e fare, fare cento cose in un minuto, crescere; bisogna trovare le giuste modalità pedagogiche per convogliare questo loro impulso al fare e allo sperimentare in giusti canali che non disperdano la loro energia ma che non travolgano chi gli sta accanto.
Il secondo periodo va dal settimo al quattordicesimo anno. R. Steiner definisce questa la fase in cui per l’allievo il mondo è “bello” si intende con questo non solo la bellezza esteriore ma anche quella emozionale e psichica, si forma in questo secondo settennio la sfera emozionale.
I bambini prima e i ragazzi poi hanno necessità che vengano fatte loro proposte educative artisticamente belle e conformi alle necessità evolutive che in questo periodo sono sanamente ricche di contrasti e lotte.
Il terzo periodo è compreso tra il quattordicesimo e il ventunesimo anno, per il ragazzo il mondo è “vero” è un momento particolarmente permeato di domande e gli insegnanti che lavorano con i ragazzi devono essere preparati a formare e non conformare quello che in questo periodo si presenta con forza: il pensiero individuale. L’arte dell’educazione sarà mirata a portare i programmi in una fine e duttile rete di pensieri che sveglino nel futuro individuo la capacità di sollecitare la capacità di osservare le proprie opinioni e le proprie azioni da più punti di vista possibili.
I lavori manuali
Spesso nei testi di didattica si parla di intelligenza della mano che rispecchia le capacità intellettive e funzionali del giovane allievo. È, infatti, compito di una sana educazione sviluppare i tre passi evolutivi del futuro individuo: “camminare, parlare e pensare”. Nelle prime fasi di sviluppo queste sono le tappe essenziali per evitare grosse problematiche evolutive che si percepiscono in modo molto forte dopo i primi tre anni. Queste qualità vanno poi affinate sempre più per consentire al bambino prima, al ragazzo e al futuro adulto così di poter godere, grazie allo sviluppo di una motricità grossa, media e fine, di tutti i risvolti di agilità celebrale che esse vanno a sviluppare.
Purtroppo in questi anni la tecnologia non sta favorendo il risveglio di queste qualità e quindi le attività manuali dei tre processi vanno coltivate con molta intensità di un tempo.
Vediamo alcuni brevi cenni sulle tre attività della mano:
Motricità grossa:
- impastare il pane;
- carteggiare dei legni grezzi;
- strappare le erbacce;
Motricità media:
- lavorare la cera d’api;
- lavorare la creta.
Motricità fine:
- tessitura;
- lavorare a maglia, uncinetto;
- cucito.
Questi sono alcuni degli esempi esemplificativi di quanto viene inteso come intelligenza della mano.
Altra motivazione sul perchè vengono curate le attività manuali è il risvegliare la presa di coscienza di quanto dobbiamo ad altri uomini per lo scorrere tranquillo della nostra quotidianità. Realizzare scarpe di pezza, farsi una sciarpa, un berretto, un borsellino etc. Conoscere le fasi delle lavorazioni tradizionali artigiane, argomento di terza classe elementare, ha anche un risvolto esperienziale nella visita alle botteghe artigianali e per le classi successive, nella realizzazione di quanto visto (cesti, candele, mosaico, pittura su porcellana, vendemmia con elaborazione del succo d’uva…).
Questo nelle classi VI, VII e VIII sarà la base per un percorso di conoscenza fino ai giorni d’oggi delle varie fasi di lavorazione di alcuni materiali (legno, pietra, rame, ferro…).
Ancora altre particolarità caratterizzano la nostra scuola, vediamone alcune:
Le pareti colorate delle aule e di tutto l’ambiente
R. Steiner suggerì in un incontro pedagogico i colori che dovrebbe avere ogni classe a seconda del territorio in cui si trova ad operare la struttura scolastica. Il collegio di ogni scuola si dovrà porre il problema di quali colori dare, compatibilmente con le possibilità operative della scuola, ad ogni classe.
Una colorazione molto particolare con delicate o intense sfumature di colore per aiutare i giovani allievi ad armonizzarsi con il lavoro svolto dall’insegnante e a realizzare interiormente un’adesione con il colore portante della stanza. L’arredamento delle pareti della stanza andrà completato con quadri e riproduzioni che portino un sottile messaggio artistico spirituale all’allievo (Raffaello, Leonardo da Vinci…).
L’angolo delle stagioni
Se desideriamo accompagnare il corso naturale dell’anno e anche festeggiare le feste cristiane, l’angolo delle stagioni diventa particolarmente importate. Dal nido all’ottava classe esso accompagna la vita quotidiana degli allievi con modalità adeguate al percorso di ogni singola fase evolutiva. Su di esso dovrebbe risuonare ciò che la natura ci regala e ciò che le feste vogliono dirci. Dell’una ci interessiamo in riferimento a tutto quello che nasce, cresce e passa e dell’altra cerchiamo di capire ciò che accadde 2000 anni fa e che è ancor’oggi vivo.
Il bambino piccolo sperimenta queste relazioni attraverso le ricche sensazioni che si ripetono ogni anno, crescendo sempre nuove relazioni si aprono alla sua anima che si desta a poco a poco.
Vediamo ora come si crea l’angolo delle stagioni: troveremo un tavolo (potrà essere anche una panca, un armadietto, uno scaffale), in primo luogo metteremo un panno blu che rappresenti la solida terra su cui posiamo i nostri piedi, sottili teli rappresentativi del momento stagionale completeranno l’atmosfera di base (una maggior oscurità verso il Natale, colori più delicati nella primavera e ricchi di calore nel periodo estivo-autunnale), infine sui teli poseremo qualche oggetto o qualche elemento della natura adeguato alla stagione.
Non servono, perciò, molti materiali, ma è necessaria una cura costante del piccolo spazio e una costante sollecitazione verso il bambino perchè osservi la natura e scelga gli elementi da porre in quest’angolo.
Servono però cura costante e pulizia e sollecitare il bambino a osservare la natura all’esterno e portare delle cose nell’angolo.
Inizialmente sarà la mamma o la maestra a prendersi cura dell’angolo, poi il bambino imparerà ad aiutare e infine divenuto ragazzo, potrà fare lui, da solo.
La scuola steineriana protegge troppo i futuri individui?
Anche questa è una delle domande che spesso viene posta nelle nostre realtà.
Si, è certamente vero che nelle nostre strutture i bambini vengono protetti nelle prime fasi evolutive, sicuramente è vero che noi impediamo con forza che il sottile e dolcissimo velo di seta trasparente che, assieme al caldo e amorevole amore dei genitori e alle protettive ali del suo angelo, avvolge il bambino da zero a sei anni venga leso, ancor peggio strappato.
Ogni strappo sarà un trauma per il futuro individuo che si rifletterà nelle sue successive fasi di vita.
Il non averlo guidato, non avergli concesso di giocare con giochi creati dalla sua fantasia ma solo con modelli preordinati, l’aver sollecitato suoi giudizi, l’avergli spiegato con concetti elaborati cose che non ha necessità di conoscere, i rumori e i colori forti, l’uso di mezzi multimediali, l’assenza di ritmi e di uno stile di vita familiare consono alla sua età, sono tutti possibili danni futuri.
Noi riteniamo che parte dell’insicurezza, delle difficoltà creative, delle problematiche sociali, del deficit attenzionale, della carenza di entusiasmo per la vita e delle forme di aggressività sia verbale che fisica, siano in maggior parte dovute a questi “strappi” della primissima infanzia.
Sicuramente a partire dalle prime fasi scolari via via queste protezioni vengono tolte e vengono acquisite delle capacità grazie alle quali alla fine il ragazzo dovrebbe trovarsi in grado di affrontare le difficoltà che la vita gli pone con il massimo delle sue capacità.